Le blog de gestionmentale.org

Il principio dell'apprendimento è la ripetizione d'un movimento lento, sia del corpo che della mente. Per il corpo, i movimenti sono gesti fisici (quelli che tutti conoscono) mentre per la mente si tratta di gesti mentali (quelli che pochi conoscono e che sono descritti e insegnati dalla nostra disciplina chiamata "gestione mentale" dal Ministero Francese dell'Educazione Nazionale).

Per imparare un movimento fisico crediamo spesso che la ripetizione o l'allenamento sia sufficiente. Purtroppo non è così perché per imparare un movimento dobbiamo sentire la propriocezione, portarla a noi in maniera cosciente. Basterebbe infatti sentire le parti del nostro corpo che agiscono in modo propriocettivo, cosa che non avviene quasi mai proprio perché non siamo coscienti del nostro corpo, abbiamo contrazioni e, più difficile da identificare, mancanza di consapevolezza.

1. Le immagini mentali: un mezzo e non uno scopo

C'è allora una via che è di solito rifiutata dagli insegnanti di "arti marziali" perché incompresa e spesso perché sottile e pericolosa: la via dell'immagine mentale o del pensiero. Il movimento che facciamo o che fa l’insegnante possiamo vederlo mentalmente, parlarcelo mentalmente, fare mentalmente un’associazione sonora. Queste immagini mentali, o questi pensieri, non sono uno scopo ma un mezzo, un mezzo molto utile. Ci sono molti modi per creare un’immagine mentale (dodici di base, cinquantaquattro nella forma più complessa). Per ogni modalità, ne abbiamo altre centoventisei che vanno in aiuto alla formazione di pensieri e immagini, motivo per cui è facile trovare quella che fa per noi!

2. Quando usare le immagini mentali e quale (le evocazioni)

Queste immagini mentali hanno un nome tecnico: “evocazioni”. Una prima difficoltà è rappresentata dal fatto che le evocazioni non sono un fine ma un mezzo nelle pratiche corporali o musicali. Un altro punto di confusione è che le evocazioni, possono essere necessarie prima dell'esecuzione d'un movimento, dopo l'esecuzione, ma diventano un ostacolo durante l'esecuzione d'un movimento. C'è un tempo per la tecnica, ed un altro per l'espressione della spontaneità. Tra tecnica e spontaneità c’è un rapporto dialettico che richiede un lavoro basato sul rilassamento, mentale e corporale: quando le nostre idee sono rigide non possiamo fare movimenti morbidi e sottili.

3. Lo scarto tra le evocazioni archetipali e le nostre: fonte d'informazione utile

Un ultimo punto, poco conosciuto, è l'utilizzazione nell'apprendimento degli evocazioni archetipali. Ci sono modalità efficaci per evocare un movimento come pensare con consapevolezza sottile e creare immagini mentali stabili e complete. Possiamo, ad esempio, associare mentalmente (spontaneamente o volontariamente) un colore ad un movimento. Ma c'è un colore archetipale (più efficace) per ogni movimento. La differenza tra questo colore e quello che scegliamo "liberamente" di associare al movimento, questa differenza, o scarto, dà preziose informazione per imparare più efficacemente.

A causa di questi tre punti (confusione tra uno scopo e un mezzo, non conoscenza su quando e come evocare, scarto tra i nostri evocazioni e i archetipali), l'uso delle evocazione negli apprendimenti corporali o musicali è sottovalutato e sottoutilizzato. Da qui l'importanza di insegnare la loro pratica corretta. Posso insegnare la base di questa pratica in pochi giorni.

Mémoriser quelque chose, c'est se donner l'opportunité de le laisser murir en nous à la lumière de notre compréhension et de notre réflexion.

Mémoriser une image diffère de mémoriser un texte me dit le jeune Thomas.
Il expose ses idées.
L'image offre un ensemble immédiat, tandis qu'un texte s'offre au fur et à mesure.
Paradoxalement, à chaque regard de cet ensemble immédiat, on collecte des informations supplémentaires, des détails, de nouveaux objets de plus en plus fin. Comme si chaque contact avec l'image nous donnait un morceau du puzzle... et que nous avions à en collecter un très grand nombre.
Tout est donné dans l'espace et du coup nous le saisissons dans le temps.

Le texte lui est toujours le même. Très vite, nous l'avons en entier.
Et pourtant nous pouvons le lire et le relire.
Et nous verrons alors apparaître une trame, une structure, des liens invisibles de prime abord.
Ce ne sont pas des objets supplémentaires que nous collectons ou mettons en évidence, ce sont des relations.
Tout est donné dans le temps et du coup nous le saisissons dans l'espace.

Une fois ce petit prélude au sens de la mémorisation effectué, comment mémoriser un poème.
Thomas aime bien commencer par comprendre plutôt que mémoriser.
Comme c'est un pratiquant aguerri, je lui donne un poème difficile... parce que justement il est difficile à comprendre d'abord.
Après trois lectures... la compréhension est faible.
Nous ne pourrons donc nous appuyer dessus pour mémoriser.
Donc, que faire ?...
Simple, comme d'habitude, si c'est bloqué d'un côté, on essaie de l'autre (l'avantage en gestion mentale, c'est que l'on connaît les différents côtés !).
Alors, Thomas commence par mémoriser la première strophe.
En se donnant des images visuelles concrètes des mots. Et ça marche assez bien.
Sauf qu'au bout de la troisième strophe, ça commence à faire un peu trop d'images (à l'intérieur).
Alors, application du 2ème secret, on alterne, intérieur et extérieur.
En clair, Thomas dessine, pour lui, les images qu'il s'est données en évocation.
Effectivement, ça marche bien.
Quatre strophes en 10 minutes, pour un poème de Cocteau... c'est pas mal, surtout que Thomas pensait qu'il lui faudrait BEAUCOUP plus de temps.

En fait, nous avons parcouru le chemin inverse de l'écriture. De la parole, nous sommes passés à l'écriture alphabétique, et ensuite à la représentation imagée...

Et la compréhension dans tout ça ?...
Eh bien, comme par enchantement... une fois les premières strophes mémorisées, soudain Thomas s'exclame : « Mais ça veut dire ça ! »
En rendant la pensée plus dense avec la mémorisation, la compréhension s'est fait jour.

Double révélation donc, pour comprendre, on peut aussi commencer par mémoriser...